OBIETTIVO SOPRAVVIVENZA

OBIETTIVO SOPRAVVIVENZA

Le pubblicazioni ISTAT “parlano chiaro”: c’è, negli ultimi anni, una diminuzione degli omicidi consumati e tentati ma, al tempo stesso, un aumento di furti e rapine.

A prima vista sembrerebbe di poter tracciare un’ideale, netta linea di demarcazione tra questi tipi di reato ma viene da chiedersi se sia possibile, mettendo di fronte un ladro o un rapinatore ad una vittima, evitare un conflitto potenzialmente nefasto.  Pubblichiamo il primo articolo di approfondimento dedicato a quello che una volta chiamavamo progetto Tirooperativo.it e che ora, a distanza di anni, è diventato metodo. Parte tutto dal corso base, nato proprio con lo scopo di introdurre  il pubblico entro una dimensione precisa: nuove regole di sicurezza nel maneggio delle armi; conoscenza del contesto in cui si vive e si opera.

di G.Tansella 

 

Chi può dire che un furto o una rapina non sfoci in un’aggressione? Chi può dire che un’aggressione non sfoci in un omicidio?

Quale aggredito può, a priori, conoscere con certezza le conseguenze di un combattimento?

La soluzione a questo problema, che oggigiorno possiamo dire abbia un peso rilevante nella percezione della gente, è duplice:

da una parte compete al legislatore, all’autorità giudiziaria, alle Forze di Polizia, il compito di prevenire e reprimere i fenomeni criminosi; dall’altra parte i privati cittadini possono prepararsi a sopravvivere in caso di aggressione.

In prospettiva storica possiamo dunque affermare di vivere una stagione favorevole alla serena prosperità degli individui e, al tempo stesso, ribadire l’esistenza di situazioni, prevedibili e non, che possono definirsi a rischio.

Anche in questo caso, tuttavia, essere rigidi può rivelarsi sbagliato:

vi sono casi in cui un operatore di polizia, piuttosto che un semplice cittadino, può portare le armi per una vita intera senza essersi mai trovato di fronte ad una situazione che ne ha richiesto l’impiego per assicurare la propria sopravvivenza;

vi sono viceversa casi in cui i criminali colpiscono chi, ragionevolmente, avrebbe tutto il diritto di considerarsi al completo riparo da qualsivoglia intenzione malevola. Si pensi, per esempio, a casi in cui individui non ricchi e completamente indifesi sono stati aggrediti o peggio.

La sola esistenza di casi di violenza costituisce dunque, oggettivamente, la causa giustificativa della correlata organizzazione di prodotti formativi dedicati al combattimento.

Il motivo per cui, nella moltitudine, abbiamo deciso di approfondire la conoscenza del progetto di Alessio Carparelli? Semplice: una serie di studi ed esperienze professionali realizzate con questa persona e la sua equipe ci ha convinti della credibilità degli autori, dell’onestà dei loro intenti e della professionalità del loro metodo.

Elemento fondamentale? Il legame del prodotto didattico con la realtà per com’è e non per come si immagina che possa essere.

Di seguito il link all’articolo completo:

https://www.all4shooters.com/it/tiro/cultura/obiettivo-sopravvivenza/

 

 

 

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