.22LR: LONG RIFLE o LONG RANGE?
Resoconto a puntate di un’indagine, condotta con Antonio Sirini, dedicata all’individuazione di una formula che possa portare alla nascita di un’accademia italiana di tiro sportivo di precisione con carabina. Sorprendenti le prestazioni dei sistemi d’arma cal.22LR in configurazione speciale e i relativi orizzonti si sviluppo. Insieme a noi Anna Szymczak che ha partecipato ai collaudi delle piattaforme di tiro tra Milano e Roma, Renato Lamera che ci ha dato supporto logistico presso il proprio poligono Cieli Apert-Isola del Tiro di Bergamo.
di G.Tansella
“Crediamo nella crescita collettiva attraverso la crescita del singolo e viceversa”. Le nostre prove si ispirano a questo principio, non sono finalizzate al superamento di un primato ma, al contrario, si pongono come traguardo l’identificazione di un sistema utile all’allenamento, quindi alla crescita, di un’ampia schiera di sportivi, eterogenea per composizione ma caratterizzata dal perseguimento della stessa meta per tutti i suoi componenti: la piena acquisizione delle competenze funzionali all’esecuzione di manovre di tiro accuratissime, anche in condizioni estreme.
Una delle ottiche con cui sono stati eseguiti i test è una Schmidt und Bender PMII 12-50 x 56 custom costruita appositamente per Sirarms
Slitta custom di produzione Sirarms con inclinazione pari ad 80MOA, con la quale sono stati eseguiti i tiri alla massima distanza. Per informazioni consultare il sito
Straight-shooting.com ringrazia, in particolare, Mario Berardinetti e la propria equipe , Riccardo Marzorati e Michele Natuzzi, del TSN MILANO per il supporto alle proprie ricerche.
Perchè tiro di precisione?
Il tiro o è di precisione o non è: si tira per colpire un bersaglio, si tira con la massima precisione possibile. E’ il contesto a mutare e, di conseguenza, strumenti e tecniche di tiro. Ci siamo concentrati sull’utilizzo della carabina perchè utile a studiare la teoria e la pratica del tiro e, secondariamente, poichè riteniamo sussistano condizioni favorevoli alla diffusione di questa specialità. Occorre tuttavia precisare che il tiro con armi dotate ottica non sostituisce quello effettuato con armi dotate di organi di mira tradizionali ma trova una ragion d’essere in presenza di determinate necessità. La parte di addestramento che riguarda il proprio corpo, lo sviluppo di efficienza fisica, della necessaria sensibilità, l’assimilazione di conoscenze adeguate a farlo interagire nel modo migliore con l’arma può essere ottimamente svolta praticando anche specialità tradizionali.
Anna Szymczak al tiro. La foto sinistra la ritrae mentre utilizza una carabina a canna leggera Sako P94S Panther dotata di ottica Weaver a 6 ingrandimenti fissi, reticolo tipo cross fine; quella a destra una carabina ibrida da 3p con azione e canna Anschutz, la prima tipo 1913 e la seconda pesante, unite ad una calciatura Grunig Elmiger modello RSII.
Perchè utilizzare il cal.22LR?
La realtà è che siamo arrivati al .22LR per motivi di pragmatismo: le ricerche iniziali erano incentrate su di un calibro più moderno, performante e sfruttabile, il .22Hornet, che tuttavia non può essere utilizzato diffusamente. Abbiamo deciso dunque di muoverci entro un contesto più difficoltoso sotto il profilo logistico ma premiante considerando le risorse a disposizione del pubblico in termini di concentrazione e caratteristiche strutturali dei poligoni. I sistemi d’arma cal.22LR, in certe configurazioni, sono poi capaci di fornire prestazioni davvero eccellenti con costi di gestione contenuti in termini non soltanto economici. Ci riferiamo ad armi che possono essere ben sfruttate, con munizionamento tradizionale, per ingaggi da 50 a 300m, valori per i quali è predisposta buona parte dei poligoni italiani, istituzionali e non. Il munizionamento speciale rende poi possibile un tiro di precisione ai limiti della media distanza. Usare armi cal.22LR vuol dire potersi allenare molto a livello atletico, studiare la balistica, allenarsi al calcolo dei dati di tiro, abituarsi a considerare gli effetti, sulla traiettoria del proiettile, della gravità, del vento, della metereologia. Si studia molto, si spara dunque si sperimenta molto, ci si diverte…e si cresce.
La munizione .22LR è senza dubbio alcuno una delle più diffuse in assoluto…ma anche una delle più vetuste. Parte rilevante della nostra indagine riguarda proprio le possibilità di aggiornarla.
Perchè in Italia?
L’Italia, che vanta una tradizione armiera di rispetto ha, negli ultimi decenni, pur con delle eccezioni, trascurato le esigenze di alcune schiere di sportivi. Chi ha conquistato dei successi nel tiro a lunga distanza, ma anche in altre discipline, ha potuto contare soprattutto sulle proprie forze e non esiste, almeno in riferimento a certe pratiche sportive, un sistema, italiano, capace di produrre un vero e proprio vivaio di atleti. Le potenzialità, tuttavia, ci sono: il territorio, come abbiamo già dimostrato ben si presta, soprattutto nelle regioni collinari e montuose, a queste pratiche, le conoscenze ci sono. Unendo le forze si può far bene.
Renato Lamera, una tra le figure più importanti dello sport italiano, famosa a livello internazionale, ci ha messo a disposizione la propria struttura, che abbiamo utilizzato quale base per gli esperimenti di tiro condotti in Nord Italia. Ne approfittiamo per riproporre una vecchia intervista che ci sembra quantomai attuale.
Perchè proprio ora?
Gli anglosassoni vantano una tradizione di tiro sportivo Long Range che risale al XIX° secolo. Alcuni, per vincere, utilizzano armi italiane. Abbiamo un ritardo di decenni nella predisposizione di una vera e propria accademia di tiro, intendendo con questo termine un’organizzazione capace di individuare un metodo formativo, di organizzare un prodotto didattico valido, di coinvolgere strutture sportive a coprire l’interezza o quasi del territorio italiano. Anche iniziando oggi a fare le cose bene servirà tempo per ottenere dei risultati…quindi il senso dei nostri esperimenti è inequivocabile: partire subito. Riguardo a questo punto il .22LR è, almeno in questo momento storico, irrinunciabile in quanto facilmente gestibile da un alto numero di tiratori. Tra una elite di tiratori composta sulla base di condizioni economiche irraggiungibili per i più ed una elite di tiratori composta sulla base del livello di competenze raggiunte preferiamo senza dubbio la seconda, premesso che per vincere servono anche prodotti di altissima qualità e la qualità costa. Il nostro percorso è dunque inclusivo: serve radunare il meglio che abbiamo.
Questa premessa era necessaria affichè i nostri lettori potessero individuare la chiave di lettura del nostro reportage ma vogliamo, tuttavia, offrire la possibilità di andare alla radice del nostro pensiero, formatosi su di una serie di esperienze i cui resoconti sono tuttora consultabili in rete, in più lingue dal momento che alcuni reportage li abbiamo realizzati per il pubblico straniero. Tra tutte le pubblicazioni citeremo quella riferita ad una serie di prove con ingaggi a breve distanza con una vetusta carabina cal.22LR, che ha riscosso riscontri positivi negli USA (http://www.smallarmsreview.com/display.article.cfm?idarticles=1957), la prima prova delle carabine Sirarms (
Sirarms SIR40-24: The First All-Italian Experimental Sniper Platform
), la prova di una particolare piattaforma sniper multicalibro (
), alcune riflessioni sulle potenzialità del territorio nazionale, in presenza di organizzatori capaci, in relazione al tiro a media e lunga distanza (https://www.all4shooters.com/it/tiro/cultura/verso-accademia-italiana-del-tiro-a-lunga-distanza/), un approfondimento sul munizionamento commerciale di precisione (https://www.all4shooters.com/it/tiro/munizioni/fiocchi-perfecta-per-il-tiro-sportivo/).
Siamo sicuri, in tal modo, che chi legge potrà capirci meglio e, speriamo, seguirci nella narrazione di una stagione di esperimenti che riteniamo aver portato a risultati molto interessanti.
Cimelo dei test a media distanza con munizionamento tradizionale. Nella fattispecie un sasso colpito a 320m di distanza. L’arma era il Sako P94S Panther con slitta custom Sirarms ed ottiche Schmidt und Bender.